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L’arte digitale di Refik Anadol: quando l’intelligenza artificiale diventa un pennello pensante

Refik

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L’arte e l’intelligenza artificiale, solitamente considerati mondi distanti, si fondono in un connubio sorprendente grazie al talento eclettico di Refik Anadol. Questo straordinario artista di Istanbul ha portato il suo genio in giro per il mondo, esponendo opere che mescolano architettura, arte digitale e visualizzazione dei dati.

Refik Anadol, considerato uno dei più influenti artisti dei nuovi media a livello globale, ha inaugurato il PhotoVogue Festival con il tema “Creating A.I. Art with a Thinking Brush”. Quest’anno, l’evento si concentra sull’intelligenza artificiale e sulla sua interazione con le espressioni artistiche.

Una delle ultime creazioni di Anadol, realizzata in collaborazione con Nvidia, prende vita utilizzando l’archivio open source del più grande museo di arte contemporanea al mondo. Questa straordinaria collezione comprende 138.000 opere d’arte, tra dipinti, sculture, film, giochi e fotografie. Il risultato è stato “Unsupervised,” un’opera d’arte dinamica che sfrutta le potenzialità dell’intelligenza artificiale al massimo.

“Unsupervised” si manifesta su uno schermo gigante di sette metri per sette, collocato nella hall del museo di New York. Quest’opera è un flusso in continua evoluzione di colori, generato dalle immagini dell’intera collezione del museo. Questo flusso interagisce con il pubblico e l’ambiente circostante grazie a telecamere e microfoni, cambiando ogni giorno e in ogni istante.

Anadol definisce questa esperienza una “co-creazione” tra l’uomo e la macchina, un esempio di come l’intelligenza artificiale possa arricchire il mondo dell’arte.

Il percorso artistico di Anadol ha avuto inizio nel 2016, quando è diventato il primo artista in residenza presso Google, aprendo un dialogo senza precedenti tra l’intelligenza artificiale e l’arte. Per Anadol, i dati rappresentano una forma di memoria in grado di assumere qualsiasi forma, colore o trama, spingendolo a esplorare le capacità dell’IA di “sognare”.

Attraverso algoritmi avanzati come il Generative adversarial network (GAN), Anadol ha creato opere come “Nature Dreams”, presentando visioni suggestive di allucinazioni creative prodotte dalle macchine. Secondo l’artista, se l’IA può apprendere, può anche sognare.

Anadol porta l’arte al di fuori dei tradizionali confini di gallerie e musei, inserendola in luoghi inaspettati come ospedali e scuole. La sua visione è quella di rendere l’arte accessibile a tutti, anche nei contesti pubblici.

La sua ricerca artistica si spinge oltre, esplorando la capacità dell’IA di interagire con il suono. Attraverso esperimenti con la Philadelphia Orchestra, ha creato sculture di dati basate sulle vibrazioni prodotte dalla musica e dai movimenti dei musicisti.

Refik Anadol sta ridefinendo il concetto di arte attraverso l’intelligenza artificiale, aprendo nuovi orizzonti creativi e dimostrando che l’arte può essere una forma di espressione ancora più potente quando si fonde con la tecnologia. Le sue opere ci invitano a sognare e a immaginare un futuro in cui l’intelligenza artificiale diventa una fonte inesauribile di ispirazione artistica.

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