Le autorità italiane hanno imposto una misura di fermo di 20 giorni alla nave umanitaria Open Arms, appartenente all’omonima ONG spagnola, in seguito a diversi salvataggi effettuati durante il tragitto verso il porto assegnato di Marina di Carrara.
La vicenda
Lunedì scorso, la nave ha sbarcato le 195 persone salvate nei giorni precedenti nel Mediterraneo Centrale. Inoltre, è stata inflitta all’ONG una multa di 10.000 euro. Questa decisione ha suscitato proteste da parte dell’organizzazione, che ha sottolineato come, negli ultimi mesi, Open Arms abbia collaborato attivamente con la Guardia Costiera italiana in numerosi salvataggi.
Dopo aver salvato 26 persone, Open Arms ha ricevuto l’assegnazione del porto di Carrara. Tuttavia, durante il percorso, l’equipaggio è stato informato dell’esistenza di due imbarcazioni in pericolo. Nonostante le autorità avessero dichiarato di aver già preso in carico la situazione, la nave ha raggiunto le coordinate indicate e ha proceduto a soccorrere 132 persone, che altrimenti sarebbero rimaste abbandonate al proprio destino.
Open Arms ha sottolineato che salvare vite umane è un dovere sia morale che legale. Bloccare le navi che possono offrire aiuto in situazioni di emergenza umanitaria viene considerato pericoloso e incostituzionale, soprattutto alla luce dei decreti adottati dal governo guidato dall’ultradestra Giorgia Meloni, i quali rendono più difficile l’operato delle ONG in mare.
Da non dimenticare che lunedì scorso le autorità italiane hanno anche bloccato per 20 giorni la nave umanitaria Aurora, appartenente all’ONG tedesca Sea Watch, per aver sbarcato 72 migranti sull’isola di Lampedusa senza seguire le indicazioni fornite.
Open Arms ha aggiunto che le navi umanitarie si trovano spesso a dover affrontare decisioni arbitrarie e incostituzionali. Un decreto che impedisce di salvare vite umane non può essere considerato legittimo.
Le ONG si battano per la crisi umanitaria
Nel frattempo, secondo quanto riportato dall’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), sono già oltre 2013 i migranti morti cercando di attraversare il Mediterraneo Centrale dall’inizio dell’anno, sebbene si stima che il numero reale sia molto più elevato.
Il governo guidato da Giorgia Meloni, salito al potere nell’ottobre dell’anno precedente con l’intento di adottare una politica migratoria più restrittiva, si trova ad affrontare l’attuale fenomeno migratorio, reso ancora più critico dalle buone condizioni del mare e dalla crisi in Tunisia. I dati ufficiali mostrano che oltre 105.000 migranti sono arrivati in Italia dall’inizio dell’anno, registrando un aumento del 115% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo incremento è spinto in gran parte dalla crisi in corso in Tunisia, dalla quale migliaia di persone provenienti dai paesi subsahariani stanno cercando di fuggire, tanto che il paese ha dichiarato lo “stato di emergenza migratorio” nel mese di maggio.